Nella sua vita da chef ha preparato piatti prelibati per Michelle Hunziker – show girl televisiva – per Kylie Minogue – cantante, compositrice, stilista e produttrice discografica australiana – Matteo Cambi – l’imprenditore italiano fondatore del marchio di abbigliamento Guru – Laura Blivet – produttrice di tessuti pregiati destinati allo stilista Valentino – e poi ha cucinato anche per il compianto ex Presidente della Repubblica Scalfaro, senza dimenticare anche Briatore e tanti altri Vip. La bella storia di vita dello chef Massimo Matacchione inizia con il suo indirizzo scolastico, proprio con quel diploma conseguito all’Istituto Professionale Alberghiero di Torino che ne ha tracciato un percorso in cui la passione per questa arte culinaria è diventata l’essenza di ogni cosa. “Sai come si dice in genere? L’appetito vien mangiando e io di fame di mestiere ne ho ancora oggi, figurati quando ho cominciato tanti anni fa” – così dice Matacchione quando rievoca il suo percorso professionale fatto di tante scalate al successo che si sono rivelate talora ripide e tante altre volte cariche di molta soddisfazione. E’ la narrazione di una carriera fantastica accompagnata da un curriculum professionale di grande qualità, dove la passione di preparare ricette sempre più ricercate ha fatto in modo di sentirsi perfettamente in linea con il suo sentire. Sì, perché Massimo Matacchione è nato per fare lo chef e non esiste un altro lavoro che lui avrebbe potuto fare con la stessa intensità, con la stessa dedizione, con lo stesso amorevole spirito verso una professione che gli dà anche una profonda soddisfazione. Già nel 1976 inizia a lavorare i suoi primi piatti nella cucina di un importante ristorante di Claviere. Una prima esperienza che l’ha proiettato a continuare la sua passione all’Estero tra ristoranti noti e rinomati alberghi di Parigi, Londra, Ibiza, Formentera, Maracaibo, continuando per Svizzera e Germania. Un excursus professionale che non poteva non affermare il suo successo in ambito della cucina più prestigiosa, se non avesse avuto i numeri del grande chef che ben si abbina alla spiccata fantasia dell’arte culinaria. Un mestiere che egli ha saputo carpire con furbizia e intelligenza durante i suoi trascorsi all’estero, dove ha osservato attentamente l’operato dei grandi chef di Spagna, Francia, Germania, facendo suoi certi segreti che rendono magico l’amore per questo raffinato lavoro della cucina. In tutti questi anni lo chef Matacchione ha associato l’arte e la cultura a quel suo impegno di preparare piatti internazionali in tutti i posti in cui ha lavorato. Un’esperienza davvero invidiabile che oggi mette al servizio dei buongustai della tavola di Garino (TO), là dove ci si dà appuntamento tutti i giorni e anche le sere alla LOCANDA DELLO SPORTIVO, un accogliente ritrovo posto proprio nel cuore della struttura sportiva del Garino calcio. “Con tutto il rispetto verso il luogo in cui lavoro” – dice lo chef Matacchione – “molti dei miei clienti non pensano che io abbia un curriculum di esperienze così ampio, visto che in un centro sportivo è difficile trovare uno chef che prepari una cucina di questo livello”. E a chi gli chiede se si sente declassato – così risponde – “No, assolutamente. La mia è stata una scelta, visto che mi sono sentito di ritornare a fare quello che si faceva nelle vecchie osterie o locande. Cose semplici, povere, con il desiderio di valorizzarle”. Una narrazione, quella di Matacchione, che fa emergere il tratto di un professionista serio, vero, il quale ha vissuto e vive ancora per il suo lavoro che è semplicemente passione che non fa pesare lo spirito di sacrificio per ciò che, comunque, si staglia in un percorso lavorativo fatto anche di rinunce. Una storia, tante storie che formano le pagine del libro della propria vita e ne tramandano tutta l’esperienza e l’esempio verso quelle giovani generazioni che vorranno raccoglierne l’eredità.
Salvino Cavallaro